LA VITA
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L’ho molto amata, sia con voi.
Pericolo di vita.
Una vita non è una nascita nè una morte.
Perchè distinguere una vita.
La vita è una spina nel fianco della morte.
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Il bello è se stesso. Il brutto è relativo.
La vita è come un’ala di farfalla
se la tocchi ti rimane il colore in mano.
Pittura che fissa.
Le immagini vengono dalla luce per infiammare.
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ps.
La vita scrive una poesia
su una goccia d’acqua,
che scivola per un’anima tonda.
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Via della Verità Irresistibile
già via dell’Infiammmazione Contagiosa.
Il confronto è un attentato, mettere a fuoco innocentemente.
Vorrei saltare la vita
per dire io sono l’altezza.
Con serva natura.
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Fabbricazione dell’uniforme, il verso è del versante.
L’indifferenza prima e dopo l’appuntamento.
La vita è bella se è filante come una stella.
1
ps.
Tu che sai della mia natura,
tu che sai del mio mondo,
giura;
quanta devozione riempie il mio cuore,
il tuo riso.
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Figli del così sia se vi va.
Piacere, sono io.
Mondo tondo, sondo.
Buona fede, iniziazione, fine azione.
Vola e và, la mia vita è velocità.
Sciare paesaggi da lasciare.
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ps;
In vita non conta agitarsi
ma è bene fissarsi.
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Passo la vita a disporre segreti,
addio.
Avido Padre
Ti lascerò tutte le cose a modo Mio.
Religione allegra.
Il finito è la deità.
2
IL TEMPO
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ps.
Ero zero
poi uno e nessuno
con due passi e tre occhi
attraversai i quattro cardinali
una stella a cinque punte
mi seguì ovunque.
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ps.
Siccome si è vivi
non importano gli arrivi
ma il paradosso che è nei bivi.
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Chi vive sempre sulla corda
tira la fune al destino
che non lo ricorda.
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Ammazzare il tempo con i passatempi.
Son desto a mente fusa.
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ps.
Correvano gli anni sotto il mio naso;
a fronte alta sorpassavo le teste basse.
3
Per mano tua mi sono perso
ora so quanto è grande l’universo.
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Corpo sdraiato addosso.
Dolce è andar qui e là
e sottosopra occorre scivolar.
Dentro la natura via il passato.
La mente si occupa solo della sua fisicità.
Illusione è di separarsi dalla pena.
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ps.
Tempo al tempo e arriveremo giusti in orario;
col tempo invece moriremo
a volte per fortuna si nasce senza tempo:
per questo la mia forma mi insegue velocemente?
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Caso non è caos, è la cosa.
Il tempo taglia, l’eternità ricuce.
Cingere il tempo, segno di gravidanza.
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Il tempo non sopporta gli appuntamenti,
come consorte ha la morte, non sa aspettare,
all’istante si tuffa nella vita, non sa frenarsi sulle ali,
genera passato senza anticipi regali:
fa rischiare la testa come un pazzo,
non sa ridere del suo imbarazzo,
ma se Uno è venuto
sospetta che non tutto è perduto.
4
Sento l’avvenire sotto i passi
cerco di calciare i sassi.
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Nell’arco di un tempo
io baleno di un’idea
scimmia di Dio.
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Il tempo nasconde la morte,
l’ignoranza nasconde lo spazio;
quando si respira
il verso torna a casa sciolto.
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Appena per scherzo
solo per un poco
abbracciai un tempo solo.
5
AMORE
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Spazio, figlio unico
l’amore arriva in ogni angolo.
Venire in avanti.
Dall’ordine datoci, tutto a posto.
Lo spazio è forte purchè vada tutto secondo il piano.
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Contrazioni, amore sfrutta il tempo.
Estraneo, per analogia amore.
“…per uscire dal tempo, varcate la porta dell’amore…”
Questo dice un saggio indiano d’oggi:
questo concetto fa supporre che l’infinito è AMORE.
L’amore, superando le dualità, non ha forma,
supera il passato e il futuro,
il particolare l’universale;
il nostro universo risulterebbe enorme e non distante,
ma materia amorosa presente in noi eterni amanti,
lontano dal tempo prigioniero dei suoi ricordi.
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Se c’è amore, c’è un Re:
che inizia per Amo e finisce co Te.
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Non percepisco dove finisce il desiderio,
vicino al dentro
o probabilmente al tuo fianco.
6
ps.
OPERA PRIMA
Te che verrai
in mezzo al globo terracqueo
non sarai tralasciato:
per anima avrai
quei verdi profumi
della menta e del basilico,
per cuore
un ritmo di gialli e rossiviola
di questo secco autunno,
per mente
un celeste largo e duttile
di un vasto lago rotondo,
per corpo
l’ardore produttivo
delle terre brune,
per le mani
avrai il nostro amore per la bellezza.
7
LA MORTE
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La morte s’innamora della vita e la possiede.
Pronto intervento, astrarsi, operazione in vita, prendere tempo.
La morte, pentita della vita.
Col tempo si spreca.
Generoso con la morte
da lasciarla in vita.
Ho tanto tempo da perdere
che lo getto.
La morte è in fin di vita.
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Conseguenza del tempo,
nessuno può fermare gli errori.
Addio,
ti regalo la mia morte.
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ps.
Scaltro scalzo
ribelle della sorte
cuneo nel callo della morte.
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ps.
Io sono uno speziale
cerco l’universale,
lo cerco così forte,
che lo vorrei
giusto infino la morte.
8
Tutto nasce compreso.
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Se c’è origine non c’è fine; il primo ha sempre ragione.
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Dopotutto è nato noto, annotato al primo.
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Nè primo nè ultimo con lo stesso senso.
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Si parte o si resta come qualsiasi.
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Uno Bruno
Due le tue gambe
Tre due sorrisi, un caffè
Quattro passi per
Cinque minuti e poi
Sei carina
Sette giorni insieme
pur non essendo un
Ottomano mi dai
Nove scosse.
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Tutte le cose sono pensate con la luce.
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Cambia a prima vista.
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Chi apre chiude la notte.
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Tenebra, luce conversa o doppia.
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Luce del mio prisma
infiamma le terre
fai esplodere i colori
dei miei dolori
fa che non ricordi
la lunga attesa
dei giorni sperduti.
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Diafana chioma
di un purissimo astro,
tu mi schiarisci l’estro,
mi giochi,
mi strapppi dal permanente.
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Solo il sole
a tutte le ore
bacia con calore.
Occhio dorato
del ciel rimato
riluce nel volto amato.
Globo arrotondato
se guardato arrossisce
come un bambino.
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Il sole è prepotente con le pupille.
E’ protuberante e fa scintille.
Sorprese le pupille
il sole è troppo virile!
Dona mille scherzose stille
anche quando, stanche,
dormono le pupille belle.
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Sulla retta via
C’è sempre da curvare,
ci sono le regole
da evitare.
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Il cosmo è una palla,
va a galla
se piace
alla mia farfalla.
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In testa al monte vi sono una radura e un santuario,
i pellegrini scalzi vanno a cercare gli spazi vuoti
tra i sassi spezzati.
A monte
a sera
a ritmo
lumi a schiera.
Anime contorte fiatano sulle aureole,
s’affanna sui pistilli l’aria bagnata,
la notte sul monte ha odor di cera bruciata.
Ma zoccoli bizzosi sciolgono le preci:
le vecchie snocciolano i timori,
gli infanti scheggiano le vocazioni,
sgomenti gli uomini danno mano ai coltelli,
si aprono al cielo le braccia del salmodiante,
si chiudono a molti le porte del santuario.
Monte infisso che non sopporta il crocefisso, ottenebra i credi
e intriga le pietre.
A santuario scrollato,
i cammini dei violenti dolenti penitenti
sono riversi sui versi perversi.
Perchè non c’è giorno sul monte inverso?
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Generale
t’ho incontrato pieno d’idee
mi fa voglia di giocarti:
particolare contro universale.
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Uscire dal campo visivo
al largo,
corpo d’arte.
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Ho scavato un pozzo
forse nella direzione giusta
e sono prigioniere di una fossa
le mie ossa.
Non ho trovato l’acqua sorgiva
invero ho scavato per curiosità,
resto solo nella mia pelle.
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Soltanto
la tua mancanza
circonda
il mio pieno.
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Sono malato di che?
malato di me
della mia presenza
nell’assenza
quindi malato di te.
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Fa’ mentre lo nomini.
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Gli pesava la partenza
e gli mancava l’arrivo
s’agitava nel mezzo della sua vita
s’annoiava forse, nell’intuire
le ore scorrevoli.
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Sulle scarpe dello sconosciuto accompagnatore
man mano che tutto scivola
i miei ricordi di polvere
sbiadiscono in granelli sbandati.
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Gli addii per me sono faticosi,
anche perchè non si parte mai;
pensare te
lontana dai miei occhi
mi rende decollato.
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Celeste ama Rosa,
le dona una mimosa
gialla,
su un prato verde
si unirono in bianco e nero,
ebbero un figlioletto
vispo e rosso e
con un berrettino
violetto.
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Giallo invadente sul bianco del dente,
bocca rosa di una bruna sposa
occhio celeste di uno sguardo senza veste,
pettirosso incuriosito scopre l’amante pentito,
profumo di violette parole interdette.
Verde semaforo per un insensato decoro
cielo grigio sul destino marcio quel giorno di fiori d’arancio.
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Son desto a mente fusa.
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Quante pietre stanno in un cappello?
Lontani solchi di ferite brune
narici inumidite per campi arati sulle zolle a schiera.
Calco arrendevoli radici
argini ricorrenti
passi infossati
intervalli di orme insonore quante pietre stanno in un cappello bucato?
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Un tempio da indossare.
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Il cerchio non trova la fine della sua coda.
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Esaurire le eccessività e non.
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Tutto è persistente cioè relazionabile.
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Nascere a volte non risolve le cose, morire le peggiora.
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Se io potessi essere
una massa
vorrei essere
una melassa
che passa e rilassa.
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Genero ardore
e dispongo secondo tepore.
L’importante è saper giacere
nell’immenso cosmo braciere.
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Ecco la mossa del cavallo;
fuori si vede di tutto
non c’è mistero
ma dentro è il frutto.
Non lasciare traccia,
schiva come il vento
le lodi e le chiacchere,
prega e starai in campana
“solo con il Solo”.
Il miracolo opera in silenzio.
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Io non sono un gran cuoco,
ma mi piace soffiar sul fuoco!
Tutto è arroventato nel mio essere
non faccio che spalare cenere
del legnoso tessere.
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All’interno è la direzione, all’esterno si esce per punti fissi.
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Se doni un senso di regali un caso veloce.
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Pittura del domani
ricercato è
chi dipinge senza mani.
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Lasciare le tracce delle nostre trecce
fissarsi su tutto colorare le masse mosse
disegnare
con un raggio di sole.
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Contadino contagiato
da un canto mai scontato,
canto senza voce
i semi che contano.
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Ora sto bene
perchè le tue erbe
crescono nel mio cuore.
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Quanto è dolce il tuo riguardo!
Sai quanto miele
passa tra le tue dita?
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Ancora vedo per te.
Io barriera e
io mobile strumento del vento,
con te voglio essere lento.
Tu mi spingi in uno specchio
a guardarmi nel profondo.
Il tuo amore è come oro bollente
nella mia povera ciotola di terracotta.
Se non sei presente
il mio sesso
si riempie di ragnatele
come negli archi di una casa abbandonata.
Quando tu non mi circondi
i miei passi sono rintocchi
in un mondo senza echi.
Mai solo,
vedo ancora
solo te.
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Ricordi
quando stavo nel bosco
io capivo
di stare fra i tuoi capelli.
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Stupendo fantastico
ecco io sono elastico
lasciato andare là per là sulla tua felicità.
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Se fossi io un albero
vorrei te come chioma,
se tu fossi
una nuvola
vorrei io
essere il vento.
Se un giorno si dovesse allungare
fino ad un anno,
allora tu saresti l’attimo che non passa mai.
Ora io
sono come un sasso
fermo sul tuo amore,
me se i tempi si ribellano
e la luce scappa
io mi farò segreto
e tu sarai
la mia cappa.
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Voglio narrarti quanto lieve sei al risveglio,
sembri una gattina appena nata,
gli occhi chiusi le membra calde e tremanti;
ti attacchi come puoi a me,
tuo cane fedele.
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Fatti e somiglianze per l’immagine nostra.
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Sentieri del presto,
onde di muscoli
a capofitto,
rotolo lungo muri di sonno,
ali del senno perso,
bello sperimentarsi
con l’esaltarsi.
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Velenoso ma igienico.
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Erotismo della purezza, godere i limiti che non si hanno.
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Preghiera al reale, osservazione, alterazione.
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Caso a casa.
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Neanche la morte rende sicuri.
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Scherzo, intuizione alternativa.
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La profondità non si misura
con la furbizia dello sgambetto
ma quanto più ti svuoti
tanto più sei spesso. ******************
Lo stile è un filo d’erba tra i denti.
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Ricerca a perdere.
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Costruttori dell’universo sul piede stallo.
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Chi non avrà occhi per guardare non avrà soldi per pagare.
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Chi vede trasforma.
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Tu accetta di disegnarti inseparabile.
La pittura non è mostrare
ma è velare celare
e così anche il pittore
dovrebbe nascondere la mano
o tutto il corpo
egli non ha faccia se è investito.
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Io vulcano
con fulmini in mano,
irrompo nell’arredo urbano
di tutto faccio un ardore
arrostisco cervelli e orecchie
di cotte ne faccio parecchie
non sopporto le freddure
mi sciolgo davanti alle avventure
parto e porto un corto circuito.
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Oggi o mai ci è dato di essere
un segno
ecco io vorrei che fosse
non luminoso ma trasparente
che Dio passandoci davanti
non se ne accorgesse.
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Estetica, sostituisce l’etica dell’Est.
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Tutto quello che si manifesta rischia l’umano.
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Astrazione, guadagnare collettivamente.
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Movimento su se stessi, lotta continua (moto perpetuo).
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Che incontro
con te
dopo le nuvole.
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Pazzia solare
stare dentro e fuori
e volare.
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Novità, arte sempre nuova vita.
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Mai sicuri, sempre convinti.
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La fortuna ruota, rovescio del tempo.
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La diversità salva.
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Quanto più
sale la voglia per te
tanto più il cammino del sole
s’attarda.
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Io non sapevo d’esser l’ape,
o quel fior di pesco!
Fiore speciale,
farò miele da spalmare
sul corpo universale.
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Io no, ma Dio mio sapeva già
che avrei vissuto così così,
peccato
io non avevo
un Dio di meglio
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Matrimonio in cielo? E’ la fine del mondo!
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Gratis per felicità tutti quà.
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Non a caso, casomai, non invano.
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Si dice che nell’universo ci sia
un piano dove vengono registrati tutti gli atti
e tutte le nostre figure,
noi veniamo ricordati
e soprattutto risalteranno
le forme dei nostri desideri;
allora esse ci giudicheranno
occorre sfuggire
occorre ritornare
nel seno del padre
nell’indistinto imponderabile.
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Dammi una distanza
ne farò una comunanza,
salto in alto,
nuovi slanci per nouvi ganci.
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L’infinito è un arco teso davanti al mio cuore limitato
scaglia una freccia temporale a ogni mio battito frugale; coda senza fine,
tiro senza schioppo,
vista senza immagine,
inizio dove c’è il punto,
bacio senza gote,
albero di luce senza ombra;
clamore con stupore non tascabile,
sconfinato resto di parole date,
infinita trappola per un cervello partito.
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La fortuna è un granello d’oro
tra le unghie di un uomo
nelle tasche di un Dio.
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Piene mani
piani immanenti
lingue sciolte
odi raccolte.
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File di firmamenti
sotto tappeti
di cielo
l’inizio serve alla fine
necessità roventi?
Divinità
fai da te!
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